Luca Serena, il presidente di Confindustria
Romania, ha avuto l�amabilita� di
rispondere alle nostre domande.
Gentile Presidente Luca Serena, sono
passati quattro mesi da quando Unimpresa
Romania e� diventata Confindustria
Romania. Quali sono stati i cambiamenti
in seguito a questo �rebranding�?
I cambiamenti che sono stati fatti
sono molti a partire da quelli che
ci hanno visto particolarmente concentrati
e coinvolti nelle proposte sui contenuti
del nuovo codice del lavoro ed anche
cambiamenti operativi come l�apertura
della nuova sede di B-dul Uniri; una
mirata riorganizzazione interna per
riuscire ad avere un�adeguata risposta
alla sempre piu� impegnativa funzione
come unico Patronato straniero legalmente
riconosciuto dal Governo Romeno; stiamo
anche svolgendo una maggiore attivita�
di presenza sul territorio per essere
sempre piu� vicini ai problemi dei
nostri Associati, per poter da voce
e rappresentare anche quelli in zone
distanti dalla principali città
della Romania e per instaurare un
forte e costruttivo dialogo con le
autorita� locali;
Quanti membri ha Confindustria in
questo momento?
700 associati circa con l�obiettivo
di arrivare a 1.000 entro la fine
di quest�anno.Ma al pari di Confindustria
in Italia gli associati di Confindustria
Romania rappresentano oltre l�80%
del peso economico della presenza
italiana in Romania. E� noto che,
a causa della crisi economica, molti
imprenditori italiani hanno chiuso
le loro societa� in Romania. Le aziende
associate a Confindustria.
Romania sono state colpite da questo
fenomeno?
Si. La crisi d�altronde ha colpito
la Romania piu� di ogni altro Paese
europeo (con riferimento ai dati del
PIL) e questo non ha certo risparmiato
le aziende, indipendentemente dalla
provenienza o dalla loro gestione.
Il settore piu� colpito e� stato quello
delle PMI che per fisionomia e spesso
non sufficiente capitalizzazione hanno
affrontato questa difficile congiuntura
impreparati con il risultato finale
che alcuni hanno dovuto abbandonare.
Considerando le vostre discussioni
con gli imprenditori che svolgono
la loro attività in Italia,
qual�e� la loro impressione sulla
Romania?
Gli imprenditori in Italia hanno ben
presente che una delle azioni da intraprendere
per compensare il calo della domanda
interna in Italia è quello
di esportare, anche i recenti dati
dell�Istat ci mostrano come l�export
sia ripreso e pieno ritmo e quanto
questo rappresenti un grande possibilità
per le aziende italiane. La Romania
è un paese in cui l�Italia
esporta quasi 5 miliardi di euro e
quindi viene certamente guardato come
un paese di interesse e dove può
trovare spazio un�incremento delle
esportazioni quando non anche un�attività
produttiva. Ma, alla luce delle drammatiche
vicende che hanno interessato ultimamente
il nord Africa e non da meno il rientro
dalla Cina di alcune produzioni, specialmente
nel settore tessile, sembrerebbe che
la Romania stia destando maggiore
interesse sia per i semplici motivi
legati alla vicinanza all�Italia,
al costo del lavoro ritornato abbastanza
competitivo ed anche a vantaggiose
politiche fiscali. Possiamo dire che
anche il nuovo Codice del lavoro e�un�elemento
di interesse per le aziende italiane,
infatti grazie anche al contributo
che Confindustria Romania ha fornito
nel costante dialogo con le istituzioni
preposte per le proprie osservazioni
sulle bozze del nuovo Codice del lavoro,
quest�ultimo è risultato certamente
più moderno, flessibile ed
adatto alla attuale situazione economica,
un codice che permette ora di assumere
più facilmente ed in base alle
necessità produttive delle
aziende e di legare anche una parte
della retribuzione alla produttività.
In quali settori economici romeni
li consigliereste di investire?
Le imprese italiane in Romania sono
prevalentemente di piccola e media
dimensione, pur se cresce costantemente
la presenza delle nostre grandi aziende
che si affacciano su questo mercato.
Oggi �l�Italia� presente in Romania
produce �eccellenze� in ogni ambito:
energetico, infrastrutturale, nei
trasporti, finanziario, bancario,
oltre che in agricoltura, nel tessile-calzaturiero,
nell�edilizia e nei servizi. Ci sono
certamente settori in contrazione,
ma anche settori in forte sviluppo,
come le energie rinnovabili e l�agricoltura.
Ad ogni modo la Romania è un
paese in via di sviluppo e come tale
certamente per i prossimi 5 anni ci
saranno molte opportunità in
quasi tutti i settori.
Molti imprenditori italiani in Romania
hanno problemi con il recupero dei
debiti da parte dello stato romeno.
Ci sono soci Confindustria che si
sono confrontati con questo problema?
Se la risposta e� �si�, cosa potete
fare per sostenerli?
Si. Confindustria Romania svolge un
azione di sostegno nei confronti dei
propri associati sia direttamente
mettendo a disposizione dei validi
e selezionati professionisti oltre
ad implicarsi in prima persona nel
dialogo con il Governo su problematiche
che interessano in modo ampio le nostre
aziende, quindi attraverso un�azione
classica da Patronato, Confindustria
Romania ha gia� sollevato, in piu�
occasioni, direttamente al Ministro
delle Finanze, questo genere di problemi
e ha anche ricevuto rassicurazioni
che verranno effettuate delle azioni
per ridurre i tempi di attesa dei
rimborsi da parte dello Stato. Su
questo tema e altri simili il monitoraggio
della nostra associazione sugli effettivi
passi intrapresi dal Governo rimarrà
molto attento.
Puo� citare qualche altro problema
che riguarda l�operativita� delle
aziende italiane qui� in Romania ?
Sicuramente uno tra i piu� urgenti
e� un problema legato ai fondi UE.
La Romania continuera� ad essere un
attore di serie �B� registrando un
esiguo assorbimento di fondi UE se
non decidera� di modificare alcuni
regolamenti. Per essere piu� chiaro,
con ragione della fisiologica divergenza
tra progetti approvati e progetti
effettivamente portati a termine dalle
imprese aggiudicatrici, ingenti somme
allocate vanno perdute. Accade spesso
infatti che, su vari assi dei programmi
operativi, visti anche i lunghi tempi
di valutazione e approvazione dei
progetti, le imprese che vincono il
bando incontrino diversi problemi
dalla firma del contratto di finanziamento,
che inducono le aziende a rinunciare
all�investimento, seppur finanziato
in buona parte a fondo perduto�. Esistono
anche consuetudini procedurali che
dovrebbero essere subito modificate,
dal Governo Romeno, perche� invece
che sostenere la crescita ne penalizzano
le dinamiche di competitivita�, infatti
molte imprese subentranti in graduatoria
vengono spesso indebitamente penalizzate�.
Un altro recente problema che ci viene
segnalato dai nostri imprenditori
è l�esponenziale aumento della
tassa che i comuni stanno applicando
sugli immobili anche quelli industriali.
Il taglio dei trasferimenti dal governo
centrale alle municipalità
ha creato dei problemi di budget a
quest�ultimi i quali applicano non
solo la tariffa massima consentita
che è del 1,5% ma in molte
zone si avvalgono anche della facoltà
concessa dal codice fiscale ovvero
quella di applicare per qualche anno
anche una ulteriore maggiorazione
del 20% alla tariffa massima, questo
tanto per dare un�idea significa che
ci sono aziende che solo per il fatto
di avere un capannone di 4 o 5 mila
metri quadrati pagano una tassa annuale
al comune di quasi centomila euro,
ed in molti casi senza avere nella
propria area nemmeno i servizi infrastrutturali
e di urbanizzazione minimi, se pensiamo
che questa tassa è più
che doppia rispetto a quella che le
aziende pagano in Italia dove ci sono
tutti i servizi di supporto sviluppati
ci rendiamo conto quanto iniqua sia.
Non si può pensare che i bilanci
possano quadrare sempre scaricando
sul contribuente finale, azienda o
persona fisica che sia, bisognerebbe
invece riflettere sulla necessità
di una riforma strutturale delle imposte
locali e della spesa pubblica anche
locale, forse bisognerebbe anche affrontare
coraggiosamente ma in modo lungimirante
il tema della soppressione di tanti
piccoli comuni in una logica di accorpamento
per ottenere maggiore efficienza amministrativa
anche attraverso le economie di scala
e i consorzi obbligatori tra più
comuni limitrofi per l�espletamento
dei servizi pubblici, sui quali ci
sono ampi spazi di miglioramento sia
in termini di costi che di qualità
ed efficienza dei servizi stessi.
Secondo Lei, qual�è il segnale
che il recente incontro intergovernativo
Romania � Italia offre agli imprenditori
italiani?
Sicuramente un segnale positivo. La
delegazione di Ministri italiani che
ha accompagnato il premier Silvio
Berlusconi e� stata certamente rappresentativa
quindi i temi trattati sono stati
ampi e della massima importanza ed
urgenza per i rapporti bilaterali
Italia-Romania. Come Confindustria
Romania ci auspichiamo che l�interesse
del nostro Governo verso la Romania
venga mantenuto costantemente e con
incontri almeno annuali, molto importanti
sono infatti le relazioni economiche
che legano i due paesi sia in termini
quantitativi che qualititativi e queste
richiedono di essere seguite in modo
costante. L�Italia ha negli anni fatto
degli importanti investimenti in termini
di relazioni politiche tra i due paesi,
relazioni che non possono affievolirsi
proprio adesso che il paese si sta
svillupando e che la presenza economica
dell�Italia che produce è rilevante.
Quale sarebbe il Suo messaggio per
i lettori di �Piazza Romana�?
Come Presidente di Confindustria Romania
posso lanciare un messaggio alle aziende
che fanno parte dei vostri lettori,
che e� il seguente: dobbiamo riflettere
sul fatto che il numero delle aziende
che abbandonano è sicuramente
inferiore a quelle che manifestano
interesse per il Paese e che continuano
ad arrivare, e anche se in questo
momento la Romania non è ancora
uscita dalla crisi e i consumi non
sono ripartiti, noi siamo convinti
che solo contribuendo a dar forza
al principio della rappresentanza
associativa, quindi anche aderendo
alla nostra Associazione, si possa
raggiungere una massa critica che
ci permetta di perseguire finalità
comuni di progresso, competitività
e presenza sul mercato ed essere poi
in grado, insieme, di affrontare più
forti un prossimo futuro certamente
ancora molto impegnativo.
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